La parrocchia tiene regolari contatti con la Chiesa in Kazakistan attualmente guidata da Mons. Adelio Dell’Oro.
Kazakistan
Il 4 agosto 2017 è iniziato il pellegrinaggio nel Kazakistan organizzata per la prima volta su un percorso che ha toccato alcuni dei punti di particolare interesse di questa nuova Repubblica che fino al 1991 ha fatto parte della costellazione delle repubbliche sovietiche.
Il pellegrinaggio è la ricerca di qualcosa di nuovo, di qualcosa di ignoto, di qualcosa che ti manca e che provoca un incontro con persone e paesaggi ignoti.
Questi incontri hanno avuto una guida speciale, Don Edo Canetta, che, missionario per oltre 15 anni in questa terre ha potuto introdurci a 360° nello spirito delle cose e delle persone.
Abbiamo così potuto ammirare paesaggi nuovi e grandiosi (la steppa, il Gran Canyon del Charyn, le cime dei monti di 7000 m) oltre alle due capitali (quella storica Almaty) e quella recente (Astana) molto diverse nella loro concezione urbanistica e architetturale nonché la città di Karaganda, sede di don Canetta.
In particolare Astana, attualmente sede dell’Expo europeo, è stata concepita “a tavolino” con concezioni urbanistiche totalmente avveniristiche. Abbiamo inoltre visitato Karaganda tra costruzioni di puro stile sovietico e ultimo avamposto in terra di lager.
Molto importante è stata la visita al museo dei lager. La dimensione di questo fenomeno, concepito già nel 1917 da Lenin, è tangibile per la sua immensità. L’Intera nazione, ed oltre, era un immenso lager (Kazaklag) dove hanno trovato “alloggio” intere etnie oltre ai prigionieri politici e criminali. Significativo è stata anche la visita a Spassk, sacrario dei militari caduti in Russia nella seconda guerra mondiale in battaglia o durante la prigionia, tra di essi sono ricordati i soldati italiani caduti durante la ritirata di Russia.
Non mi soffermo sugli aspetti “turistici” che possono essere consultati nei testi turistici ma mi preme sottolineare gli incontri che hanno caratterizzato il pellegrinaggio.
La visita alla casa delle suore di Madre Teresa a Temirtau, l’incontro con alcuni dei loro ospiti e l’incontro con il vescovo Mons. Adelio Dell’Oro nella sua cattedrale di Karaganda, dove è sepolto il Beato P. Bukowinsky, e la comunità cristiana che gravita su di essa hanno ben documentato come la bellezza e la carità rappresentano un forte stimolo alla conoscenza e comprensione del cristianesimo e foriere quindi di conversioni.
Abbiamo inoltre incontrato i volontari di AVSI che hanno istituito un centro giovanile particolarmente attivo nell’insegnamento dell’italiano e nella preparazione a sartoria, pastificio, giochi, tecnologia.
La comunità cristiana ha inoltre un importante ruolo nel superamento delle distanze intraculturali del paese dove culture tedesche, coreane, casache e dove musulmani, ortodossi e cattolici si rispettano ma non dialogano e mantengono inalterate le loro origini (cosa del resto positiva) ma non hanno normalmente contatti con gli altri. Importante a questo proposito è stato l’incontro con Sacha e la sua famiglia, esempio di un superamento tra religioni e etnie diverse.